sabato 13 agosto 2011

Clinica ontopsicologica e ricerca universitaria

L’ospedale clinico “Dott. Manuel Quintela” si trova nell’area del Parque Batlle di Montevideo, in Uruguay. Appartiene alla Facoltà di Medicina dell’Università della Università della Repubblica. Funge sia da ospedale che da riferimento istituzionale. Fu costruito su progetto dell’architetto Carlos Surraco nel 1928/1929 ed inaugurato il 21 settembre 1953. Per molti anni è stato diretto dal dott. Hugo Villar, di grande influenza su questa istituzione. L’ospedale copre una superficie di 110.000 m2 per 23 piani.

Di questa importante istituzione medica faceva parte la dott.ssa Marta Lopez Miral, la quale, nel corso del III Congresso Internazionale di Ontopsicologia, tenutosi a Roma nel dicembre 1980, presentò una interessante ricerca “Quadro statistico della casistica clinica ontopsicologica”. Ne riportiamo uno stralcio, estratto dal relativo articolo recentemente ripubblicato anche sulla rivista semestrale Nuova Ontopsicologia. 2004

«La presente ricerca aveva lo scopo di determinare l’attendibilità delle esplicitazioni fatte dal prof. Antonio Meneghetti nel XVII Congresso Interamericano di Psicologia organizzato dalla Società Interamericana di Psicologia a Lima in Perù, nel mese di luglio del 1979. L’osservazione della suddetta attendibilità implicherebbe il trovarci di fronte ad una nuova terapeutica psicologica altamente efficace che coprirebbe il terreno psichico con la sua corrispondenza somatica».

venerdì 22 aprile 2011

Nessuna setta:solo laureati,medici e professionisti

"Medici, professionisti, laureati, operatori sociali”: è il 15 febbraio del 1978 e – all'art. 4 – la neonata Associazione Internazionale di Ontopsicologia (A.I.O.), costituita con atto notarile, specifica nel proprio statuto – nella permanente assenza in Italia di qualunque Albo professionale attinente alla psicologia, che infatti nel nostro ordinamento verrà introdotto solo dodici anni dopo, ossia nel 1989 – a chi si rivolge l'offerta formativa che, dell'Associazione, rappresenta uno degli oggetti principali. “Medici, laureati, professionisti”...: davvero impossibile configurare questa elettiva platea di riferimento, pubblicamente e formalmente esplicitata nello statuto dell'A.I.O., come quella che normalmente rappresenta il bacino d'utenza di una setta.

giovedì 3 marzo 2011

News dall'Università Statale di San Pietroburgo - Laurea in Ontopsicologia

Gli aggiornamenti relativi ai moduli formativi di Ontopsicologia, organizzati dall'università russa, sono disponibili tra le news del sito dell'Ontopsicologia.

giovedì 16 settembre 2010

Il senso del sacrificio per chi vuole essere di più: potenziale sì, ma anche tecnica…

Quante volte sentiamo parlare di “sacrificio” e quante volte forse abbiamo avuto
un brivido o un senso di sconforto a sentirla pronunciare. Beh, forse potremmo
inquadrare questa parola in un’ottica diversa, che non rimandi cioè ad un generico
senso di “privazione”, di “sofferenza” o di “fardello” da affrontare… quando
Antonio Meneghetti parla di sacrificio in rapporto all’esigenza dell’operatore storico
di “essere di più”, quello che si intravede è in realtà una disponibilità totale che
la persona mette a servizio di una propria predisposizione di natura. Meneghetti
sostiene che “per dare risposta all’esigenza di essere di più, l’operatore storico
si adatta più degli altri all’apprendimento specifico, ad una apparente continua
umiliazione che lo necessita all’ultimo sapere. Egli sa che, per essere primo, deve
conoscere più degli altri, in quanto certi mezzi non sono gratuiti: però l’esigenza
che lo spinge è talmente forte che egli è disposto al sacrificio”. Tale disponibilità,
cioè, nasce da dentro, dal bisogno di acquisire la migliore strumentazione tecnica
che permette di esprimere a pieno quella specifica attitudine a fare. Prendiamo
ad esempio Beethoven: possiamo pensare che sia stato “esentato” dai lunghi e
tediosi esercizi di metrica perché un “genio”? No, anzi…se il genio è davvero tale,
deve possedere meglio degli altri la tecnica per dare voce e applicazione storica
alla totalità del suo potenziale. Sarà da questa padronanza di base che potrà poi
permettersi di innovare o uscire da certi schemi; insomma, il fantasista conosce le
regole del gioco come e, anzi, più degli altri giocatori!

martedì 6 luglio 2010

VI Forum dell’Accademia Internazionale di Informatizzazione

Il 26 novembre 1997, presso il Salone delle Conferenze del Palazzo del Cremlino di Mosca, il prof.
Meneghetti
interviene durante il VI Forum dell’Accademia Internazionale di Informatizzazione (NGO in General Consultative Status with the Economic and Social Council of United Nations), in cui rinnova la propria attenzione riguardo la globalizzazione, il futuro dell’informazione e le prospettive di integrazione tra i criteri dell’informatizzazione e la visione scientifica dell’Ontopsicologia.“La presente globalizzazione in atto apre inesorabile un futuro che rompe cinquemila anni di stereotipi razionali e impone una riorganizzazione elementare dei nostri sistemi base di comprensione del mondo. L’Ontopsicologia è già in questo futuro attuale”.

venerdì 4 giugno 2010

Pedagogia

Qualche giorno fa sono stata invitata da una amica alla discussione della sua tesi di laurea e sono rimasta (non solo io ma anche l’intera commissione) molto colpita sia dal tema e sia dai contenuti del suo lavoro del tutto innovativi. Il titolo della tesi era “Disturbi di personalità: da J. Bowlby ad A. Meneghetti”. Mi ha talmente incuriosita che ho letto alcuni testi di entrambi gli autori e sono giunta a fare una sintesi interessante, interessante sicuramente per me che sono una studiosa e un’operatrice nel campo della devianza giovanile. In sintesi: Bowlby parla della Teoria dell’Attaccamento, finalizzata a concettualizzare la tendenza dell’essere umano a strutturare solidi legami affettivi con particolari persone, e per illustrare le varie forme di profondi turbamenti emotivi e di disturbi della personalità originati da perdite o separazioni involontarie. Bowlby definisce “legame affettivo” l’attrazione che un individuo ha per un altro individuo, e parte dal presupposto che la maggior parte dei problemi di un soggetto siano collegati a rotture dei legami affettivi nell’infanzia, in particolare alla separazione (definita dall’autore angoscia di separazione) dalla figura materna che rappresenta la figura con la quale il bambino instaura il suo primo legame affettivo.

Meneghetti aggiunge un elemento in più molto importante, perché sostiene che l’angoscia di separazione di cui parla Bowlby è un accadimento universale, indispensabile per la nascita dell’Io. Ad un certo punto cresciamo, e per raggiungere una reale autonomia dobbiamo staccarci da quella figura di riferimento che per anni (dalla nascita fino ai 10-12 anni) ha costituito il nostro primo, fondamentale e unico punto di sicurezza.

giovedì 29 aprile 2010

In Sé dell'uomo

“Ho molto rispetto per Freud, Jung, Rogers e tutta la psicologia contemporanea. Sono stati geniali ma alla fine lasciano l’uomo alle soglii d’una tana da cui non si sa se esce un mostro o c’è il caos. Io conosco soprattutto di là, dove è l’in sé operativo delle funzioni esistenziali.
Sotto le soglie fenomenologiche dell’io e super-io, si espone la solare postività dell’in sé dell’uomo. Sono il contatto con esso certifica le funzioni del reale e relativi valori eroici per l’individuo. È esso che fornisce il codice d’interpretazione per qualsiasi fenomenologia (…), è l’in sé che concede il ritrovamento del significante e del significato”

(A.Meneghetti, L’In Sé dell’uomo, Psicologica Editrice, 1981 Roma)