giovedì 16 settembre 2010

Il senso del sacrificio per chi vuole essere di più: potenziale sì, ma anche tecnica…

Quante volte sentiamo parlare di “sacrificio” e quante volte forse abbiamo avuto
un brivido o un senso di sconforto a sentirla pronunciare. Beh, forse potremmo
inquadrare questa parola in un’ottica diversa, che non rimandi cioè ad un generico
senso di “privazione”, di “sofferenza” o di “fardello” da affrontare… quando
Antonio Meneghetti parla di sacrificio in rapporto all’esigenza dell’operatore storico
di “essere di più”, quello che si intravede è in realtà una disponibilità totale che
la persona mette a servizio di una propria predisposizione di natura. Meneghetti
sostiene che “per dare risposta all’esigenza di essere di più, l’operatore storico
si adatta più degli altri all’apprendimento specifico, ad una apparente continua
umiliazione che lo necessita all’ultimo sapere. Egli sa che, per essere primo, deve
conoscere più degli altri, in quanto certi mezzi non sono gratuiti: però l’esigenza
che lo spinge è talmente forte che egli è disposto al sacrificio”. Tale disponibilità,
cioè, nasce da dentro, dal bisogno di acquisire la migliore strumentazione tecnica
che permette di esprimere a pieno quella specifica attitudine a fare. Prendiamo
ad esempio Beethoven: possiamo pensare che sia stato “esentato” dai lunghi e
tediosi esercizi di metrica perché un “genio”? No, anzi…se il genio è davvero tale,
deve possedere meglio degli altri la tecnica per dare voce e applicazione storica
alla totalità del suo potenziale. Sarà da questa padronanza di base che potrà poi
permettersi di innovare o uscire da certi schemi; insomma, il fantasista conosce le
regole del gioco come e, anzi, più degli altri giocatori!

martedì 6 luglio 2010

VI Forum dell’Accademia Internazionale di Informatizzazione

Il 26 novembre 1997, presso il Salone delle Conferenze del Palazzo del Cremlino di Mosca, il prof.
Meneghetti
interviene durante il VI Forum dell’Accademia Internazionale di Informatizzazione (NGO in General Consultative Status with the Economic and Social Council of United Nations), in cui rinnova la propria attenzione riguardo la globalizzazione, il futuro dell’informazione e le prospettive di integrazione tra i criteri dell’informatizzazione e la visione scientifica dell’Ontopsicologia.“La presente globalizzazione in atto apre inesorabile un futuro che rompe cinquemila anni di stereotipi razionali e impone una riorganizzazione elementare dei nostri sistemi base di comprensione del mondo. L’Ontopsicologia è già in questo futuro attuale”.

venerdì 4 giugno 2010

Pedagogia

Qualche giorno fa sono stata invitata da una amica alla discussione della sua tesi di laurea e sono rimasta (non solo io ma anche l’intera commissione) molto colpita sia dal tema e sia dai contenuti del suo lavoro del tutto innovativi. Il titolo della tesi era “Disturbi di personalità: da J. Bowlby ad A. Meneghetti”. Mi ha talmente incuriosita che ho letto alcuni testi di entrambi gli autori e sono giunta a fare una sintesi interessante, interessante sicuramente per me che sono una studiosa e un’operatrice nel campo della devianza giovanile. In sintesi: Bowlby parla della Teoria dell’Attaccamento, finalizzata a concettualizzare la tendenza dell’essere umano a strutturare solidi legami affettivi con particolari persone, e per illustrare le varie forme di profondi turbamenti emotivi e di disturbi della personalità originati da perdite o separazioni involontarie. Bowlby definisce “legame affettivo” l’attrazione che un individuo ha per un altro individuo, e parte dal presupposto che la maggior parte dei problemi di un soggetto siano collegati a rotture dei legami affettivi nell’infanzia, in particolare alla separazione (definita dall’autore angoscia di separazione) dalla figura materna che rappresenta la figura con la quale il bambino instaura il suo primo legame affettivo.

Meneghetti aggiunge un elemento in più molto importante, perché sostiene che l’angoscia di separazione di cui parla Bowlby è un accadimento universale, indispensabile per la nascita dell’Io. Ad un certo punto cresciamo, e per raggiungere una reale autonomia dobbiamo staccarci da quella figura di riferimento che per anni (dalla nascita fino ai 10-12 anni) ha costituito il nostro primo, fondamentale e unico punto di sicurezza.

giovedì 29 aprile 2010

In Sé dell'uomo

“Ho molto rispetto per Freud, Jung, Rogers e tutta la psicologia contemporanea. Sono stati geniali ma alla fine lasciano l’uomo alle soglii d’una tana da cui non si sa se esce un mostro o c’è il caos. Io conosco soprattutto di là, dove è l’in sé operativo delle funzioni esistenziali.
Sotto le soglie fenomenologiche dell’io e super-io, si espone la solare postività dell’in sé dell’uomo. Sono il contatto con esso certifica le funzioni del reale e relativi valori eroici per l’individuo. È esso che fornisce il codice d’interpretazione per qualsiasi fenomenologia (…), è l’in sé che concede il ritrovamento del significante e del significato”

(A.Meneghetti, L’In Sé dell’uomo, Psicologica Editrice, 1981 Roma)

lunedì 22 marzo 2010

Studiare psicologia a San Pietroburgo

In una recente intervista, Larisa Tsvetkova, Decano della Facoltà di Psicologia dell’Università Statale di San Pietroburgo, ha dichiarato: “La nostra Facoltà è stata fondata nel 1966. Attualmente, presso di essa ci sono quattordici cattedre, tra cui: Psicologia generale, Pedagogia, Psicologia sociale, Psicologia politica, Ontopsicologia, etc.

La missione della Facoltà è quella di diventare il centro d’integrazione dell’attività di ricerca scientifica, applicata ed istruttiva della comunità professionale psicologica nella soluzione dei compiti pluriennali ed attuali della psicologia nel campo sociale, politico ed economico.

Le priorità strategiche delle attività che si svolgono presso la Facoltà di Psicologia sono:

1. garantire l’unità della scienza psicologica, la prassi e l’istruzione;

2. assicurare la competitività dei laureati della Facoltà;

3. sviluppare progetti istruttivi interdisciplinari e di ricerca scientifica;

4. integrare la Facoltà nella società psicologica mondiale.

L’apertura della cattedra di Ontopsicologia presso la nostra Università, nel 2004, ha permesso e permette a centinaia di studenti di studiare questa scienza, la quale ha apportato un contributo significativo alla comprensione integrale dell’umano come unità d’azione, come persona completa.”

martedì 16 febbraio 2010

L'In Sé

"L’In Sé è un principio formale intelligente” è la definizione metafisica; “che fa” è il passaggio al fenomeno, è il momento della creazione.
"Fa autoctisi storica": si introduce cioè con "storica" l’oggettivo che fa l’esistenza in divenire funzionale. Dunque fa autoctisi, autoposizione, fa se stesso, si evolve, si fa, concrescere, e si esalta nell’apparente diverso.
L’uomo, essendo virtuale, è un progetto che fa autoctisi in progress. Ogni volta che fa progress e autoctisi, perfeziona una premessa. Ogni scelta, ogni investimento condiziona il successivo e si riflette nell’intero. Continuamente l’uomo sperimenta l’effetto delle proprie cause, e causa i propri effetti.

giovedì 14 gennaio 2010

Coscienza stereotipa e religiosa

Coscienza stereotipa: il campo-monitor registra non per accadimento dei fatti interni o esterni, ma per organizzazione tematica. Conosce solo dove è già predisposta per tipologia di complesso inconscio o per matrice del generale monitor di deflessione: categorie memetiche.

Coscienza religiosa: tutto il campo-monitor è registrato su principi apodittici e sociali, indipendenti dalle strutture bio-universali. Ciò costituisce il primato moralistico sul comportamento esistenziale.