“Ho molto rispetto per Freud, Jung, Rogers e tutta la psicologia contemporanea. Sono stati geniali ma alla fine lasciano l’uomo alle soglii d’una tana da cui non si sa se esce un mostro o c’è il caos. Io conosco soprattutto di là, dove è l’in sé operativo delle funzioni esistenziali.
Sotto le soglie fenomenologiche dell’io e super-io, si espone la solare postività dell’in sé dell’uomo. Sono il contatto con esso certifica le funzioni del reale e relativi valori eroici per l’individuo. È esso che fornisce il codice d’interpretazione per qualsiasi fenomenologia (…), è l’in sé che concede il ritrovamento del significante e del significato”
(A.Meneghetti, L’In Sé dell’uomo, Psicologica Editrice, 1981 Roma)
giovedì 29 aprile 2010
lunedì 22 marzo 2010
Studiare psicologia a San Pietroburgo
In una recente intervista, Larisa Tsvetkova, Decano della Facoltà di Psicologia dell’Università Statale di San Pietroburgo, ha dichiarato: “La nostra Facoltà è stata fondata nel 1966. Attualmente, presso di essa ci sono quattordici cattedre, tra cui: Psicologia generale, Pedagogia, Psicologia sociale, Psicologia politica, Ontopsicologia, etc.
La missione della Facoltà è quella di diventare il centro d’integrazione dell’attività di ricerca scientifica, applicata ed istruttiva della comunità professionale psicologica nella soluzione dei compiti pluriennali ed attuali della psicologia nel campo sociale, politico ed economico.
Le priorità strategiche delle attività che si svolgono presso la Facoltà di Psicologia sono:
1. garantire l’unità della scienza psicologica, la prassi e l’istruzione;
2. assicurare la competitività dei laureati della Facoltà;
3. sviluppare progetti istruttivi interdisciplinari e di ricerca scientifica;
4. integrare la Facoltà nella società psicologica mondiale.
L’apertura della cattedra di Ontopsicologia presso la nostra Università, nel 2004, ha permesso e permette a centinaia di studenti di studiare questa scienza, la quale ha apportato un contributo significativo alla comprensione integrale dell’umano come unità d’azione, come persona completa.”
La missione della Facoltà è quella di diventare il centro d’integrazione dell’attività di ricerca scientifica, applicata ed istruttiva della comunità professionale psicologica nella soluzione dei compiti pluriennali ed attuali della psicologia nel campo sociale, politico ed economico.
Le priorità strategiche delle attività che si svolgono presso la Facoltà di Psicologia sono:
1. garantire l’unità della scienza psicologica, la prassi e l’istruzione;
2. assicurare la competitività dei laureati della Facoltà;
3. sviluppare progetti istruttivi interdisciplinari e di ricerca scientifica;
4. integrare la Facoltà nella società psicologica mondiale.
L’apertura della cattedra di Ontopsicologia presso la nostra Università, nel 2004, ha permesso e permette a centinaia di studenti di studiare questa scienza, la quale ha apportato un contributo significativo alla comprensione integrale dell’umano come unità d’azione, come persona completa.”
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martedì 16 febbraio 2010
L'In Sé
"L’In Sé è un principio formale intelligente” è la definizione metafisica; “che fa” è il passaggio al fenomeno, è il momento della creazione.
"Fa autoctisi storica": si introduce cioè con "storica" l’oggettivo che fa l’esistenza in divenire funzionale. Dunque fa autoctisi, autoposizione, fa se stesso, si evolve, si fa, concrescere, e si esalta nell’apparente diverso.
L’uomo, essendo virtuale, è un progetto che fa autoctisi in progress. Ogni volta che fa progress e autoctisi, perfeziona una premessa. Ogni scelta, ogni investimento condiziona il successivo e si riflette nell’intero. Continuamente l’uomo sperimenta l’effetto delle proprie cause, e causa i propri effetti.
"Fa autoctisi storica": si introduce cioè con "storica" l’oggettivo che fa l’esistenza in divenire funzionale. Dunque fa autoctisi, autoposizione, fa se stesso, si evolve, si fa, concrescere, e si esalta nell’apparente diverso.
L’uomo, essendo virtuale, è un progetto che fa autoctisi in progress. Ogni volta che fa progress e autoctisi, perfeziona una premessa. Ogni scelta, ogni investimento condiziona il successivo e si riflette nell’intero. Continuamente l’uomo sperimenta l’effetto delle proprie cause, e causa i propri effetti.
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giovedì 14 gennaio 2010
Coscienza stereotipa e religiosa
Coscienza stereotipa: il campo-monitor registra non per accadimento dei fatti interni o esterni, ma per organizzazione tematica. Conosce solo dove è già predisposta per tipologia di complesso inconscio o per matrice del generale monitor di deflessione: categorie memetiche.
Coscienza religiosa: tutto il campo-monitor è registrato su principi apodittici e sociali, indipendenti dalle strutture bio-universali. Ciò costituisce il primato moralistico sul comportamento esistenziale.
Coscienza religiosa: tutto il campo-monitor è registrato su principi apodittici e sociali, indipendenti dalle strutture bio-universali. Ciò costituisce il primato moralistico sul comportamento esistenziale.
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giovedì 10 dicembre 2009
CHE COSA SIGNIFICA LA PAROLA ESSERE
Principio universale di quanto esiste o è reale.
L’essere è il primo semplice generale che consente la logica apriorica tra essere e non essere.
In Ontopsicologia si distinguono tre modi di essere:
a) metafisico o Essere trascendente, o Essere come Dio;
b) comune, o essere come partecipazione universale di tutte le cose;
c) individuale, o essere come partecipazione di me esistente qui e adesso.
L’In Sé ontico è il mediatore di queste tre realtà: in base all’Essere trascendente, l’In Sé ontico ha la relazione con il primo principio; in base all’essere comune, l’In Sé ontico ha la relazione con il cosmo, l’universo, la vita; in base all’essere individuale, l’In Sé ontico ha il rapporto con l’uomo in quanto ecceità storica, dalla quale segna la propria irripetibilità.
L’essere è il primo semplice generale che consente la logica apriorica tra essere e non essere.
In Ontopsicologia si distinguono tre modi di essere:
a) metafisico o Essere trascendente, o Essere come Dio;
b) comune, o essere come partecipazione universale di tutte le cose;
c) individuale, o essere come partecipazione di me esistente qui e adesso.
L’In Sé ontico è il mediatore di queste tre realtà: in base all’Essere trascendente, l’In Sé ontico ha la relazione con il primo principio; in base all’essere comune, l’In Sé ontico ha la relazione con il cosmo, l’universo, la vita; in base all’essere individuale, l’In Sé ontico ha il rapporto con l’uomo in quanto ecceità storica, dalla quale segna la propria irripetibilità.
giovedì 5 novembre 2009
Immagine originaria
Immagine originaria (collegata con la realtà): l’Io a priori. L’Io a priori ha immagini agevolanti la vitalità, che danno riscontro della formula vincente. Per distinguere tali immagini vincenti si può notare che hanno sempre una forma di tumescenza, di pleroma, che è un incipiente stato di grazia. Ciò significa che l’essere umano ha delle coordinate, che quando vanno all’azione finale danno un risultato organismico vincente ed il soggetto si trova “graziato”, cioè ha lavorato per dieci e raccoglie cento.
L’Io a priori è il dato immediato. Il monitor di deflessione scatta in una seconda fase: appena il soggetto vuole capire e cerca di specificare questa ridondanza vitale (quindi immette la sua logica ordinaria), intervengono gli input del monitor di deflessione ed in quel modo il soggetto immette dei codici che alterano il riflesso del reale.
L’Io a priori è il dato immediato. Il monitor di deflessione scatta in una seconda fase: appena il soggetto vuole capire e cerca di specificare questa ridondanza vitale (quindi immette la sua logica ordinaria), intervengono gli input del monitor di deflessione ed in quel modo il soggetto immette dei codici che alterano il riflesso del reale.
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martedì 6 ottobre 2009
Il ruolo dell’educazione nella trasmissione degli stereotipi: il progetto europeo “Overcoming Gender Stereotypes through Education”
progetto psicopedagogico dal titolo “Il laboratorio dei talenti e delle emozioni” nella scuola Materna ed Elementare “P. M. Kolbe” (165° Circolo didattico di Roma), nel corso del quale ha lavorato con circa 90 bambini di II e III elementare.
Il laboratorio si è svolto nelle classi, alla presenza delle insegnanti, per una
duranta di circa 24 ore. L’équipe era formata da una psicoterapeuta, una logopedista
e un’insegnante. I laboratori ruotavano intorno a due nuclei tematici: l’educazione
corporea e l’alfabetizzazione emozionale. Le attività erano mirate a risvegliare
la sensibilità e l’ascolto e a fornire occasioni di stimolo e riflessione attraverso il disegno psicosemantico, esercizi psicomotori, drammatizzazioni, lavoro sulle emozioni e sui sogni. All’inizio e alla fine del percorso ai bambini è stato somministrato il test dell’albero e della figura umana.
Osservando gli elaborati e i disegni dei bambini, gli atteggiamenti e i loro interventi, abbiamo notato una grande differenza tra i maschi e le femmine. Nei disegni dei bambini appariva una certa spontaneità e libertà, mentre le bambine, nel rappresentare se stesse usavano figure fortemente stereotipate, come mostra il primo set di disegni realizzati da alcune bambine nel primo incontro.
In sostanza, già a sette-otto anni, esse avevano interiorizzato un ruolo. Anche nelle
attività che prevedevano un’esposizione al pubblico i maschi erano più spigliati e gratificati nell’essere al centro dell’attenzione; al contrario, le bambine erano timide, parlavano a bassa voce, non sapevano gestire positivamente il ruolo di centralità rispetto al gruppo classe. Anche di fronte alla richiesta di disegnare che cosa avrebbero voluto fare da grandi, più di una bambina ha disegnato il giorno del proprio matrimonio, scelta che invece non è stata presa in considerazione da nessun bambino.
Confrontando i comportamenti e i disegni degli stessi alunni eseguiti all’inizio e al
termine del progetto (riportati a fine testo), si nota un notevole recupero della spontaneità
e della libertà.
Il laboratorio si è svolto nelle classi, alla presenza delle insegnanti, per una
duranta di circa 24 ore. L’équipe era formata da una psicoterapeuta, una logopedista
e un’insegnante. I laboratori ruotavano intorno a due nuclei tematici: l’educazione
corporea e l’alfabetizzazione emozionale. Le attività erano mirate a risvegliare
la sensibilità e l’ascolto e a fornire occasioni di stimolo e riflessione attraverso il disegno psicosemantico, esercizi psicomotori, drammatizzazioni, lavoro sulle emozioni e sui sogni. All’inizio e alla fine del percorso ai bambini è stato somministrato il test dell’albero e della figura umana.
Osservando gli elaborati e i disegni dei bambini, gli atteggiamenti e i loro interventi, abbiamo notato una grande differenza tra i maschi e le femmine. Nei disegni dei bambini appariva una certa spontaneità e libertà, mentre le bambine, nel rappresentare se stesse usavano figure fortemente stereotipate, come mostra il primo set di disegni realizzati da alcune bambine nel primo incontro.
In sostanza, già a sette-otto anni, esse avevano interiorizzato un ruolo. Anche nelle
attività che prevedevano un’esposizione al pubblico i maschi erano più spigliati e gratificati nell’essere al centro dell’attenzione; al contrario, le bambine erano timide, parlavano a bassa voce, non sapevano gestire positivamente il ruolo di centralità rispetto al gruppo classe. Anche di fronte alla richiesta di disegnare che cosa avrebbero voluto fare da grandi, più di una bambina ha disegnato il giorno del proprio matrimonio, scelta che invece non è stata presa in considerazione da nessun bambino.
Confrontando i comportamenti e i disegni degli stessi alunni eseguiti all’inizio e al
termine del progetto (riportati a fine testo), si nota un notevole recupero della spontaneità
e della libertà.
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