giovedì 10 dicembre 2009

CHE COSA SIGNIFICA LA PAROLA ESSERE

Principio universale di quanto esiste o è reale.
L’essere è il primo semplice generale che consente la logica apriorica tra essere e non essere.
In Ontopsicologia si distinguono tre modi di essere:
a) metafisico o Essere trascendente, o Essere come Dio;
b) comune, o essere come partecipazione universale di tutte le cose;
c) individuale, o essere come partecipazione di me esistente qui e adesso.
L’In Sé ontico è il mediatore di queste tre realtà: in base all’Essere trascendente, l’In Sé ontico ha la relazione con il primo principio; in base all’essere comune, l’In Sé ontico ha la relazione con il cosmo, l’universo, la vita; in base all’essere individuale, l’In Sé ontico ha il rapporto con l’uomo in quanto ecceità storica, dalla quale segna la propria irripetibilità.

giovedì 5 novembre 2009

Immagine originaria

Immagine originaria (collegata con la realtà): l’Io a priori. L’Io a priori ha immagini agevolanti la vitalità, che danno riscontro della formula vincente. Per distinguere tali immagini vincenti si può notare che hanno sempre una forma di tumescenza, di pleroma, che è un incipiente stato di grazia. Ciò significa che l’essere umano ha delle coordinate, che quando vanno all’azione finale danno un risultato organismico vincente ed il soggetto si trova “graziato”, cioè ha lavorato per dieci e raccoglie cento.
L’Io a priori è il dato immediato. Il monitor di deflessione scatta in una seconda fase: appena il soggetto vuole capire e cerca di specificare questa ridondanza vitale (quindi immette la sua logica ordinaria), intervengono gli input del monitor di deflessione ed in quel modo il soggetto immette dei codici che alterano il riflesso del reale.

martedì 6 ottobre 2009

Il ruolo dell’educazione nella trasmissione degli stereotipi: il progetto europeo “Overcoming Gender Stereotypes through Education”

progetto psicopedagogico dal titolo “Il laboratorio dei talenti e delle emozioni” nella scuola Materna ed Elementare “P. M. Kolbe” (165° Circolo didattico di Roma), nel corso del quale ha lavorato con circa 90 bambini di II e III elementare.
Il laboratorio si è svolto nelle classi, alla presenza delle insegnanti, per una
duranta di circa 24 ore. L’équipe era formata da una psicoterapeuta, una logopedista
e un’insegnante. I laboratori ruotavano intorno a due nuclei tematici: l’educazione
corporea e l’alfabetizzazione emozionale. Le attività erano mirate a risvegliare
la sensibilità e l’ascolto e a fornire occasioni di stimolo e riflessione attraverso il disegno psicosemantico, esercizi psicomotori, drammatizzazioni, lavoro sulle emozioni e sui sogni. All’inizio e alla fine del percorso ai bambini è stato somministrato il test dell’albero e della figura umana.
Osservando gli elaborati e i disegni dei bambini, gli atteggiamenti e i loro interventi, abbiamo notato una grande differenza tra i maschi e le femmine. Nei disegni dei bambini appariva una certa spontaneità e libertà, mentre le bambine, nel rappresentare se stesse usavano figure fortemente stereotipate, come mostra il primo set di disegni realizzati da alcune bambine nel primo incontro.
In sostanza, già a sette-otto anni, esse avevano interiorizzato un ruolo. Anche nelle
attività che prevedevano un’esposizione al pubblico i maschi erano più spigliati e gratificati nell’essere al centro dell’attenzione; al contrario, le bambine erano timide, parlavano a bassa voce, non sapevano gestire positivamente il ruolo di centralità rispetto al gruppo classe. Anche di fronte alla richiesta di disegnare che cosa avrebbero voluto fare da grandi, più di una bambina ha disegnato il giorno del proprio matrimonio, scelta che invece non è stata presa in considerazione da nessun bambino.
Confrontando i comportamenti e i disegni degli stessi alunni eseguiti all’inizio e al
termine del progetto (riportati a fine testo), si nota un notevole recupero della spontaneità
e della libertà.

venerdì 28 agosto 2009

Ontopsychology

All Ontopsychology is born from clinical experience of the human in his true stages; today, as a knowledge technique, it is proving correct to man’s episteme in the world; therefore, it can highlight the criterion which provide values of connection to science, as an artisan able to perform functionality to man’s identity and purpose.
For example, to carry out what is more essential in the possible historical situation is the norm of social-economical responsibility. The problem is solved by starting from the hierarchy of what is essential. That which is essential gives the directive in order to choose what is useful or contrary, and then to decide the goal. Then the means follow, which should be used in the context, and how and when they should be used. The goal corresponding to the identity of nature that gives the operator being or not-being, and then development or regression to this unity of action after the metabolized actions.
The unquestionable partner is the reality of nature, of which man through his own organism is an intrinsic and minority part.
If the scientific categories are updated with the new discoveries on mind psychic processes, pointed out by the ontopsychological school, the human can have a dialogue with the world of life.

lunedì 27 luglio 2009

Definizione di leader

Per Antonio Meneghetti il leader è una persona che, dalla propria esperienza, dalla propria inventiva, trova ed agisce una soluzione funzionale alla gestalt sociale di cui fa parte e ne ottiene una gratificazione morale.
Ha una capacità, quindi, di agire una soluzione funzionale al contesto sociale ed in cambio ottiene un’esaltazione morale, che intrinsecamente per lui è anche realizzazione spirituale.

giovedì 25 giugno 2009

FUNDAMENTALS OF PHILOSOPHY

A small, 180-page meant to serve as a “thesaurus” of elementary logic. It is a concise handbook on the elementary principles of the rational technique in performing applied philosophy. Nowhere in the international bibliography is there to be found such a precise presentation of the elementary principles through which our rationality established its philosophical-scientific-social architectures. It can be viewed as a valuable guide to addressing or regulating one’s own critical system or that of others. Outlined in its pages are the principles used or referred to by the best philosophers of every age in formulating and expositing their personal wisdom.

Antonio Meneghetti
Year 2005

mercoledì 27 maggio 2009

COME SI FORMA IL COMPLESSO?

Il complesso è una realtà psichica che si è formata in compromesso tra la pulsione di natura e il filtro disorganizzante del monitor di deflessione, tra le esigenze sociali e le esigenze biologiche dell’individuo.

Tecnicamente il complesso si forma in seguito ad una rimozione di un istinto biologico, fatta da un Io in formazione sotto pressione del monitor di deflessione su immagini del super io sociale e moralistico, a cui non viene data la possibilità di attuazione storica nel divenire del reale.

I complessi sono tanti piccoli Io prefissati, meccanismi di difesa della natura, sorti dopo che il soggetto, durante l’infanzia, ha accettato il compromesso con una situazione contro la vita che in seguito rimuove.

Il complesso assume la propria modalità pulsionale in rapporto a tre elementi:

1) repressione di un istinto biologico;

2) simbologia della cultura ambientale;

3) divenire del reale.

E’ determinato da stereotipi che danno la garanzia del continuo della struttura senza novità di sviluppo.

La parola “complesso” è sempre assoggettata a qualcosa di patologico. In realtà si tratta di attività psichica, che deve essere individuata e specificata nell’opera maestra dell’Io. Si tratta semplicemente di formalizzarlo, o di egoizzarlo, cioè di assumersi questo quantico e di normalizzarlo secondo esigenze di una storia individuata efficiente. L’Io si forma dopo il complesso, quindi il complesso anticipa la nascita e la formazione della struttura dell’Io. E’ ovvio che, se il soggetto non lo evolve in riuscita personologica, quel quantico convive estraneo, non evoluto, in conflitto, in disponibilità patologica. Quindi di per sé non è una realtà patologica, può essere distonico o accretivo in relazione al contesto unitario: lo si definisce dagli effetti.